Sostenibilità ambientale

In Italia la rete dell’acqua disperde 100mila litri al secondo

Di 2 Luglio 2014 No Comments

In Italia la rete dell’acqua spreca 100mila litri al secondo: secondo il report dell’Istat, i tubi perdono ben il 40% della più preziosa risorsa naturale

Depuratore acque - fonte AnsaUno spreco incredibile, quello che emerge dall’ultima indagine Istat: gli acquedotti in Italia perdono quasi il 40% dell’acqua. Sostanzialmente sono dei “colabrodo”: facendo un esempio semplice, ogni 100 litri di acqua depurata che ci sono dentro al tubo, 40 non arrivano a destinazione. Sommati insieme sono una cifra elevatissima: uno spreco di 100 mila litri di acqua al secondo.
E lo spreco purtroppo si rileva in tutta Italia, anche se vi sono alcune zone con situazioni peggiori nelle isole e al sud.

E la situazione è peggiorata rispetto ai dati del 2008.
Nel 2012 il 37,4% dell’acqua immessa nella rete non è arrivata a destinazione, ovvero nei rubinetti, ma si è persa per strada nei tubi, con un peggioramento del 5,3% rispetto al 2008 (con le dispersioni che erano al 32,1%).

Complessivamente le dispersioni di acqua sono una cifra astronomica: 3,1 miliardi di metri cubi, 8,6 milioni di metri cubi persi al giorno, ovvero poco meno di 100 mila litri al secondo, pari a 144 litri al giorno oltre quanto effettivamente consumato per ogni persona residente.
Questo calcolando che il consumo medio quotidiano di acqua corrisponde a circa 240 litri a testa.

Le isole detengono il record di dispersione, con il 48,3%. Anche il centro-sud non se la cava bene, in particolare ci sono situazioni negative in Abruzzo e Puglia.
Ma anche al nord non si salva, in quanto c’è stato un peggioramento della situazione rispetto agli anni precedenti. La regione con meno dispersioni è la Valle d’Aosta, con una percentuale del 30%.

L’Istat nel suo nuovo rapporto “Censimento delle acque per uso civile”, parla di “dispersioni che continuano ad essere persistenti e gravose”, e con dati alla mano da’ forza all’allarme che da tempo gli addetti ai lavori hanno lanciato. Più che mai c’è bisogno di investimenti nelle infrastrutture idriche.

Il rapporto dell’Istat ha verificato anche lo stato della depurazione. Nella mappa degli impianti italiani che “ripuliscono” l’acqua ce ne sono oltre 18.000, con un maggior numero al nord ed in particolare il nord-ovest si distingue per capacità depurativa.

I report sulla depurazione ha contato 18.876 impianti per le acque reflue urbane, di cui 18.162 in funzione, 545 non in esercizio e 79 in corso di realizzazione o ristrutturazione.
Nel nord Italia si concentra il maggior numero di impianti in esercizio; leader è anche in questo caso il nord-ovest dove si concentra il 35,2% di impianti funzionanti italiani, pari a 6.393, dove si registra anche la maggior capacità depurativa. In Sicilia ma anche nella regione del nord-est Friuli-Venezia Giulia si registrano le due peggiori capacità depurative.

Gli impianti depurativi in funzione diminuiscono verso sud. In Lombardia (303) e in Veneto (221) vi sono il maggior numero di impianti con trattamento avanzato, impianti che sono in grado di depurare più del 60% dei carichi inquinanti, anche se sono il 10% del totale, e nella maggior parte dei casi al servizio dei grandi centri urbani.
Una buona notizia è che il carico di inquinanti industriali presenti nella rete idrica trattato nei depuratori è diminuito del 27,8% rispetto al 2008. Una riduzione – dice l’Istat – causata “non solo alla crisi economica” ma anche ad “un miglior sviluppo di infrastrutture”.

Elena Liziero

Elena Liziero

Mamma geek, blogger e giornalista, mi piace tutto ciò che riguarda la comunicazione, le eco-innovazioni e la creatività.

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