A Treviso è stato inaugurato il primo impianto che ricicla pannolini, a lungo considerati un rifiuto altamente inquinante in quanto non riciclabile. Questo innovativo impianto quando sarà a pieno regime potrà riciclare ottomila tonnellate all’anno tra pannolini per bambini, pannoloni e assorbenti igienici. Si calcola che verrà riciclata la «produzione» di 800mila persone. L’impianto sperimentale è in partnership con la multinazionale Fater, leader nella produzione proprio dei pannolini ed assorbenti (Pampers, Lines, Tampax), e cofinanziato dalla Commissione Europea.
I numeri dell’impianto che ricicla pannolini
Questo impianto veneto ricaverà circa 2.800 tonnellate di cellulosa e 1.200 di plastica pronte per il riuso, portando così la raccolta differenziata al livello record del 90%. Fino ad oggi i prodotti assorbenti finivano in discarica per il 71% e per il restante 29% venivano eliminati tramite incenerimento. Per capire la portata ecologica di questa innovazione, basta pensare che questi rifiuti ammontano a circa 900mila tonnellate annue.
L’impianto sperimentale di riciclaggio di pannolini si trova nella sede di Contarina a Lovadina di Spresiano, ed è all’avanguardia: uno dei pochissimi al mondo in grado di «lavorare» questa particolare tipologia di rifiuto su larga scala, sterilizzarla e separare i materiali da riciclare.
Frutto di un progetto sperimentale europeo, sarà operativo tra una quindicina di giorni. «Su 50 chilogrammi di rifiuto secco pro capite, i pannolini e simili rappresentano il 27% del totale – spiega il direttore Michele Rasera -. Moltiplicato per il numero di abitanti del nostro bacino, ne deriva un grosso serbatoio di materie prime che invece di essere bruciate o interrate in discarica, potrebbero essere riconvertite nel ciclo produttivo».
Come funziona il processo di riciclo dei pannolini
Il processo di riciclo dei pannolini usati (di qualsiasi marca) presuppone una selezione specifica dei prodotti assorbenti per persone. Una volta conferiti presso l’impianto di riciclo, questi assorbenti e pannolini vengono aperti nei diversi strati che li compongono, lavati e sterilizzati tramite vapore a pressione. Il processo tecnologico ideato da Fater non utilizza additivi chimici o combustione, e prevede poi l’asciugatura e la separazione delle componenti per recuperare da una parte la plastica, dall’altra la cellulosa.
Le nuove materie prime “seconde”, di elevata qualità, potranno essere utilizzate in nuovi processi produttivi. Con enormi vantaggi ambientali. Rispetto ai primi 150 mila abitanti veneti interessati al progetto pilota, solo nel corso di rodaggio, con un volume di 1.500 tonnellate annue, l’impianto consentirà di risparmiare 1.950 metri cubi di materiali in discarica e di ridurre di 618mila chili all’anno le emissioni di CO2. Poi se tutto funzionerà, come previsto, si aumenteranno le quantità di pannolini e assorbenti riciclati.