Il decreto attuativo che avrebbe dovuto disciplinare le percentuali di rimodulazione dell’incentivo dei grandi impianti fotovoltaici, previste da una delle tre opzioni contenute nella contestata norma “Spalma Incentivi”, era atteso entro il 1° ottobre 2014, ma ad oggi non è ancora stato pubblicato.
La famosa e contestata norma “Spalma Incentivi” rimodula da gennaio 2015 gli incentivi di cui stanno beneficiando gli investitori che hanno installato grandi impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW, i quali devono fare una scelta entro il 30 novembre 2014.
I proprietari di questi grandi impianti solari hanno tre alternative tra cui scegliere:
1) erogazione per 24 anni della tariffa, ricalcolata secondo percentuali di riduzione indicate nel Decreto
2) incentivo erogato in 20 anni e rimodulato secondo modalità da individuare entro il 1° ottobre 2014 con DM dello Sviluppo Economico (di cui ancora non si ha notizia)
3) tariffa erogata in 20 anni e ridotta, per il periodo residuo di incentivazione, di una percentuale proporzionale alla potenza dell’impianto.
Gli operatori devono comunicare la propria scelta al GSE entro il 30 novembre 2014. In caso contrario verrà applicata automaticamente la terza opzione.
Poiché oggi siamo “a meno di 50 giorni dal termine del 30 novembre 2014” – spiega il presidente di assoRinnovabili – l’operatore si trova così, di fatto, vincolato alla scadenza, ma nell’impossibilità di effettuare una scelta consapevole, fintanto che il Ministero non adotterà il decreto”.
AssoRinnovabili, associazione dei produttori, dell’industria e dei servizi per le energie rinnovabili, denuncia: ‘il grave ritardo è un ulteriore schiaffo al fotovoltaico italiano’.
“Oltre al danno, la beffa – afferma Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili: oggi chi ha un impianto fotovoltaico di potenza superiore a 200 kW in Italia non solo si è visto decurtare l’incentivo retroattivamente, ma si trova pure nella condizione di non poter scegliere la modalità con cui gli sarà ridotta la tariffa, perché la disciplina attuativa di una delle tre opzioni non esiste ancora.”
AssoRinnovabili ha quindi scritto una lettera al Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare l’uscita di tale decreto, chiedendo una proroga del termine del 30 novembre 2014 di almeno tanti giorni quanti saranno quelli di ritardo dalla mancata adozione del provvedimento.
Questo per garantire un tempo sufficiente ai proprietari dei grandi impianti fotovoltaici per valutare quale opzione sia la più idonea.
“Riducendo i tempi – prosegue la nota di assoRinnovabili -, il Ministero sembra non voler tener conto della complessità della scelta cui va incontro l’operatore: oltre alla valutazione dell’impatto economico e finanziario delle singole opzioni, infatti, la scelta finale del produttore dovrà poi essere condivisa e approvata dagli organi decisionali dei principali istituti bancari”.
“Come se non bastasse – aggiunge l’associazione – a ciò si aggiunge il totale silenzio del Ministero dell’Economia e delle Finanze sul decreto che dovrebbe disciplinare l’accesso ai finanziamenti bancari garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, che permetterebbero agli operatori di mitigare gli effetti del taglio”.
AssoRinnovabili conferma quindi la volontà di intraprendere azioni legali contro la norma “Spalma Incentivi”, per dimostrare l’incostituzionalità del provvedimento (in quanto è retroattivo). L’associazione ha ancora aperta la possibilità per gli operatori di aderire all’azione legale contro lo “Spalma Incentivi”, che vede partecipare già di centinaia di imprese che hanno investito in grandi impianti fotovoltaici.