Il biologico non risente della crisi, anzi anche in Italia sta vivendo un vero boom, il problema è che tra prodotti bio sempre più diffusi, anche nella GDO, purtroppo si moltiplicano le frodi. Per tutelare i consumatori, la Commissione Europea ha presentato una proposta di un nuovo regolamento sulla produzione e sull’etichettatura di prodotti biologici che dovrà essere approvato entro il 2014. Uno tra gli aspetti più discussi della nuova norma è il divieto di produrre nella stessa azienda sia prodotti bio che non biologici.
L’ultimo regolamento sul biologico su cui si basa l’attuale produzione europea è del 2007, ma nel frattempo il settore è cresciuto esponenzialmente, così la Commissione ha ritenuto importante rimettere mano all’argomento per creare nuove regole al passo con i tempi, che siano di garanzia sia per i produttori che per i consumatori. Questo anche coerentemente con i nuovi cambiamenti previsti dalla nuova Politica Agricola Comune per il periodo 2014-2020 che ha l’obiettivo di un’agricoltura europea più sostenibile.
Dopo una consultazione pubblica aperta ad inizio 2013 e dopo aver consultato tecnici, esperti e le organizzazioni del settore, la Commissione ha deciso che la riforma della legislazione sull’agricoltura biologica dovesse ispirarsi proprio ai principi che stanno alla base della sua stessa definizione: «l’agricoltura biologica è un sistema agricolo che cerca di fornire al consumatore prodotti freschi, saporiti e autentici che rispettino il ciclo di vita naturale».
La Commissione quindi ha presentato un nuovo regolamento per il biologico molto orientato al consumatore che prevede:
– meno deroghe
– regole di produzione e di etichettatura più semplici
– controlli più efficienti.
Queste nuove regole aumentano la fiducia dei consumatori nel bio ma hanno vantaggi anche per le aziende biologiche, con il riconoscimento del loro valore aggiunto allontanando il rischio di concorrenza da parte del cosiddetto “biologico commerciale” e con una diminuzione della burocrazia.
Niente più aziende miste bio e non biologiche
Visto il successo commerciale del biologico, molte aziende non bio hanno affiancato ai loro prodotti tradizionali della GDO anche delle linee bio, ma per le nuove regole questo non sarà più possibile.
Rispetto alla normativa del 2007, la nuova legge vieterà entro il 2017 la presenza di imprese agricole miste, nelle quali si pratica sia il metodo di produzione convenzionale che quello biologico.
Regole più restrittive per i prodotti biologici:
– non verrà ammessa la presenza di soglie di contaminanti sugli alimenti bio, quali i residui di fitofarmaci,
– eliminata la deroga che consente di alimentare gli animali con mangimi il cui 5% è costituito da materie prime convenzionali
– eliminata la deroga che consente il ricorso all’uso di sementi convenzionali quando quelle biologiche non siano disponibili entro il 2021.
La proposta della Commissione UE non è stata ben accettata da tutti: i detrattori accusano di non averla basata su una buona analisi dell’impatto sul settore del nuovo regolamento, che secondo loro causerebbe una diminuzione degli operatori, soprattutto tra le aziende di piccole dimensioni.
All’ultimo Consiglio Agrifish un gruppo di sette Stati europei (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Bulgaria, Romania e Slovenia) ha presentato una dichiarazione che chiede il cambiamento del regolamento, consentendo deroghe per l’uso di sementi convenzionali, mantenendo la possibilità di avere nella stessa proprietà sia produzione convenzionale che biologica e riducendo il numero di atti delegati.
Starà alla Presidenza italiana dell’EU conciliare queste posizioni divergenti per raggiungere l’obiettivo di un nuovo regolamento per l’agricoltura biologica entro il prossimo dicembre.
I numeri del biologico, con un boom in Italia
I numeri del mercato biologico sono imponenti: i consumatori nel 2012 hanno speso 20.9 miliardi di euro in prodotti biologici, nel 2013 si contavano all’interno dell’Unione Europea 186mila aziende biologiche per un totale di 9,6 milioni di ettari coltivati, ovvero il 5,4% della superficie agricola dell’UE.
L’Italia è il settimo paese nel mondo per le produzioni bio, il quarto in Europa per il mercato di tali prodotti e il primo per numero di operatori che si dedicano alla produzione di alimenti biologici.