E’ stato fruttoso l’accordo di ieri tra il vicegovernatore del Veneto Marino Zorzato e i sindaci del direttivo dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) sulla legge regionale 32/2013 meglio nota come “Piano Casa Ter“.
Tale norma era stata messa sotto accusa anche dal Consiglio dei Ministri, che ne aveva contestato la legittimità sia dell’eliminazione delle competenze dei Comuni sia delle deroghe alle norme sulle altezze massime.
Dopo l’incontro è stato ribadito che i Comuni potranno comunque decidere se e in che modo applicare le misure per gli ampliamenti volumetrici degli edifici, quindi conservando il loro potere decisionale sul proprio territorio, ed anche per non correre il rischio di cementificazione.
L’accordo prevede inoltre la possibilità di sopraelevare gli edifici ma solo di un piano. Il vicegovernatore Zorzato è inoltre disponibile a rivedere la norma che prevede la possibilità di ampliare gli edifici esistenti al 31 ottobre 2013 su un lotto non di pertinenza dell’edificio che genera l’ampliamento, purché lo stesso si trovi a non più di 200 metri, misurabili in linea d’aria, e appartenga al medesimo proprietario.
Restano però impugnate, e quindi in via di revisione, le norme che estendono gli interventi edilizi anche alle aree a rischio idrogeologico.
Serviranno ancora una quarantina di giorni per completare l’iter di approvazione del Piano Casa Veneto ter.