Un team di ricercatori dell’Università americana dell’Ohio ha creato la prima batteria solare ricaricabile a tre elettrodi grazie a delle innovative “maglie fotovoltaiche”.
Questi ricercatori americani hanno unito insieme l’evoluzione tecnologica del fotovoltaico con la nuova esigenza di immagazzinare l’energia prodotta (energy storage) dagli impianti fotovoltaici. In sostanza il dispositivo creato dagli scienziati dell’Ohio State University è la prima cella solare al mondo in grado di accumulare l’energia stessa che produce. Il funzionamento di questo innovativo fotovoltaico ibrido è pubblicato nell’ultimo numero della rivista Nature Communications. Il “segreto” di questo nuovo fotovoltaico è nella struttura a rete del materiale solare, grazie alla quale il collegamento all’unità di accumulo richiede solamente tre elettrodi anziché quattro, come di solito richiede la norma.
La cella-batteria solare a maglie: i tre elettrodi
Il team di scienziati ha realizzato una cella a maglie a partire da una garza in titanio, un tessuto flessibile su cui sono stati fatti “crescere” nano fili in biossido di titanio. La specifica conformazione ha permesso di utilizzare la cella stessa come il primo elettrodo della batteria. Al di sotto è stato posizionato un foglio sottile di carbonio poroso, il secondo elettrodo, e una piastra di litio, il terzo elettrodo. Tra gli elettrodi, sono stati inseriti strati di elettroliti che hanno il compito di trasportare avanti e indietro gli elettroni .
Come funziona la Batteria Solare
Il funzionamento di quella che è stata già ribattezzata la Batteria Solare, è semplice: esposta alla luce del sole, i raggi colpiscono la maglia fotovoltaica creando elettroni che a loro volta sono coinvolti nella decomposizione chimica del perossido di litio in ioni litio e ossigeno. L’ossigeno viene quindi rilasciato nell’aria che fluisce senza problemi nelle maglie della cella, e gli ioni di litio sono immagazzinati nella batteria. “Fondamentalmente, si tratta di una batteria che respira. Inspira ossigeno quando si scarica, e lo espira quando si carica”, spiegano i ricercatori, certi dopo i primi test effettuati che la vita della loro batteria solare sia prestp paragonabile a quella delle normali batterie ricaricabili già presenti sul mercato e sempre più richieste.
La conclusione degli incentivi agli impianti fotovoltaici un po’ in tutta Europa spinge infatti sia le aziende produttrici che i cittadini a cercare soluzioni che consentano di immagazzinare l’energia accumulata che non viene subito utilizzata, ad esempio, per usarla di notte o nei periodi in cui non c’è il sole.