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Cellulari riciclati per fermare il disboscamento delle foreste

Di 2 Luglio 2014 No Comments

I vecchi cellulari, grazie ad un innovativo software open source, diventano guardiani della foresta pluviale per combattere il disboscamento illegale e il bracconaggio.

rainforest connectionIl progetto si chiama Rainforest Connection (RFCx), è in fase sperimentale in Indonesia, ascolta i suoni della foresta e se ad esempio sente rumori di motoseghe lancia l’allarme disboscamento. Il particolare dispositivo ricicla i vecchi smartphone rendendoli apparecchi ad energia solare autonomi in grado di monitorare ed individuare a distanze le attività illegali nelle foreste.

Il suono delle motoseghe viene catturato dai microfoni degli ex telefonini che vengono installati sugli alberi, e, grazie al sistema progettato dall’ing. Topher White (nella foto), fondatore di questa startup green, attraverso l’innovativo software che sfrutta le reti wireless, viene lanciato un allarme in tempo reale agli agenti che si trovano nelle vicinanze per monitorare lo stato di salute delle foreste.

Anche Google si è attivata con un sistema di monitoraggio delle foreste in tempo reale, ma ogni nuovo sistema è un aiuto in più per preservare l’ambiente dall’inquinamento e dalla distruzione degli alberi creatori naturali di ossigeno.

Tornando al sistema RFCx, grazie all’innovativo software consente ad un singolo cellulare riciclato di monitorare tre chilometri quadrati di foresta pluviale, il quale si alimenta con la luce del sole, senza batterie o altri alimentatori dannosi all’ambiente.

Ora i creatori della startup Rainforest Connection contro la deforestazione illegale hanno lanciato la campagna di raccolta fondi. Fondi che serviranno per avviare due progetti pilota per inserire ex cellulari riciclati per coprire fino a 300 chilometri quadrati di foresta pluviale in Brasile e in Africa, zone famose per il disboscamento selvaggio.

In caso di successo prevedono poi di coprire aree più ampie sia in America Latina che in Asia, per monitorare e fermare la distruzione dei più grandi e fragili polmoni verdi del nostro pianeta.

Gli inventori di questo progetto hanno deciso di non lucrarci, ma di renderlo open source, per farsi aiutare da tutti gli ambientalisti che nel mondo vogliono partecipare alla loro battaglia verde.

Elena Liziero

Elena Liziero

Mamma geek, blogger e giornalista, mi piace tutto ciò che riguarda la comunicazione, le eco-innovazioni e la creatività.

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