Gli USA hanno annunciato nuovi pesanti dazi antidumping per pannelli e celle solari fabbricati in Cina e per la prima volta anche in Taiwan.
Il Department of Commerce (DoC) americano ha annunciato venerdì nuovi dazi antidumping che arriverebbero fino al 165%, sui pannelli e celle solari fabbricati anche parzialmente in Cina e in Taiwan. Questo a seguito della rilevazione che tali prodotti venivano venduti a prezzi troppo bassi, creando concorrenza sleale tra le due più potenti economie al mondo, USA e Cina.
Ovviamente questa decisione crea attriti tra le due potenze, ma è sorta dopo la denuncia presentata dalla sezione americana del produttore tedesco di pannelli solari SolarWorld AG che denunciava che i prodotturi cinesi avevano trovato una scappatoia per eludere i dazi imposti nel 2012 spostando la produzione delle celle utilizzate per i loro pannelli fuori del loro territorio nazionale, ovvero in Taiwan.
L’inchiesta aperta dal Department of Commerce si dovrebbe concludere all’inizio del prossimo anno, ma intanto il DoC venerdì ha annunciato i dazi provvisori: dal 26,33 al 58,87 per cento per i prodotti fotovoltaici cinesi e dal 27,59 al 44,18 per cento per quelli taiwanesi.
L’industria del solare ha subito negli ultimi anni un eccesso di produzione di pannelli solari e fotovoltaici low cost provenienti dalla Cina. Non solo i prezzi in calo, ma anche la fine degli incentivi al consumo in Europa hanno compresso i margini di questo fiorente settore e generato una valanga di controversie commerciali.
Le importazioni di prodotti solari negli Stati Uniti dalla Cina avevano un valore di 1,5 miliardi dollari nel 2013, la metà del livello del 2011, mentre le importazioni da Taiwan sono più che raddoppiate a 657.000.000 dollari nello stesso periodo, secondo i dati degli Stati Uniti.
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti prenderà la sua decisione finale sui dazi ai pannelli solari Cinesi entro il prossimo 15 dicembre.
