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Piano Casa Veneto: ok a incentivi per demolizioni e ristrutturazioni

Di 24 Novembre 2014 No Comments

La Corte Costituzionale ha dato l’avallo definitivo alla legge regionale n. 32/2013 ovvero la terza edizione del Piano Casa Veneto. In dettaglio la sentenza n. 259/2014 ha sancito la legittimità di questa legge regionale, confermandone la validità.

Regione Veneto sede Palazzo BalbiLa Consulta ha bocciato le censure sollevate dal Governo alla legge veneta su due aspetti:

1- l’ambito delle norme relative sugli incentivi alla demolizione di edifici situati in zone ad alta pericolosità idraulica ed idrogeologica
2- l’introduzione di modifiche in materia di ristrutturazione edilizia.

1 – Incentivi demolizione edifici in aree a rischio idrogeologico

In riferimento a questo aspetto (quanto mai di attualità, visto gli allagamenti e tragedie avvenute anche in Veneto a causa del maltempo), il Piano Casa Veneto prevede la possibilità di demolire edifici siti in aree ad alta pericolosità idraulica o idrogeologica.
La Consulta ha bocciato i ricorsi affermando che “il ricorso dell’Avvocatura dello Stato ha prospettato censure poco chiare e non sufficientemente motivate; in particolare, non è chiaro, alla luce della stringata motivazione a supporto del ricorso, in quali termini la possibilità di demolire edifici ricadenti nelle aree dichiarate ad alta pericolosità idraulica o idrogeologica e di ricostruirli in zona territoriale omogenea propria, non dichiarata di pericolosità idraulica o idrogeologica, possa ledere le previsioni contenute nei piani di bacino di cui agli artt. 64 e 65 del d.lgs. n. 152 del 2006″.

Ricordiamo quindi che, in caso di edifici residenziali situati in zone a rischio idrogeologico, il nuovo Piano Casa Veneto incentiva la demolizione e la ricostruzione in zona sicura con un premio del 50% del volume o della superficie, consentito anche in zona agricola, purché l’area non sia sottoposta a specifici vincoli di tutela. 

2 – Ristrutturazioni edilizie: basta rispettare il volume a meno che non vi siano vincoli

In merito alla seconda contestazione, sulle ristrutturazioni edilizie, la Corte Costituzionale ha affermato che “come correttamente rilevato dalla Regione Veneto, il recente intervento legislativo di cui all’art. 30 del decreto-legge 21 giugno 2013 (…) ha disposto la soppressione (…) del riferimento al rispetto della sagoma”. In sostanza, la normativa dello Stato non contiene più, in relazione alla definizione della ristrutturazione edilizia, l’obbligo di rispetto della sagoma precedente dell’edificio da ristrutturare, ma solo quello di rispetto del volume.

I giudici costituzionali hanno inoltre ricordato il concetto “ubi major”: “Come la giurisprudenza di questa Corte ha già in passato chiarito, quando una norma è riconducibile ad un ambito materiale di esclusiva competenza statale – nella specie, la tutela dei beni culturali – le Regioni non possono emanare alcuna normativa, neppure meramente riproduttiva di quella statale”. In questo caso specifico, se la Regione Veneto, aggiornando la definizione di ristrutturazione edilizia, avesse esplicitamente aggiunto che l’obbligo di rispetto della sagoma rimane per i beni culturali assoggettati a vincolo, la norma regionale sarebbe stata costituzionalmente illegittima, perché sarebbe andata ad interferire in un ambito di competenza esclusiva dello Stato.

All’interno del Terzo Piano Casa Veneto, il silenzio della legge regionale del Veneto su quest’ultimo aspetto non può che essere interpretato (come correttamente motivato dalla Regione) nel senso della vigenza della disposizione statale di cui all’art. 3, comma 1, lettera d), del Testo Unico sull’Edilizia. Quindi la disposizione statale in materia di obbligo di rispetto della sagoma preesistente nelle ristrutturazioni aventi ad oggetto beni culturali vincolati è necessariamente operativa anche nel piano regionale. Quindi anche in Veneto chi volesse ristrutturare un palazzo vincolato non può modificarne la sagoma.

Piano Casa Veneto: tutti i bonus volumetrici validi fino al 2017

Ricordiamo quindi che nel terzo Piano Casa Veneto è confermata la possibilità di ampliare del 20% in volume o superficie gli edifici esistenti, in deroga ai piani urbanistici e ai piani ambientali dei parchi regionali anche se in questo caso è necessario il parere vincolante della Soprintendenza. Gli ampliamenti potranno essere fatti anche su un lotto adiacente, sino a 200 metri di distanza dall’edificio principale e su un diverso corpo di fabbrica. In ogni caso, è consentito a tutti un ampliamento con il limite massimo di 150 metri cubi per le prime case singole.

Potranno beneficiare delle agevolazioni (azzeramento degli oneri di urbanizzazione) e dei bonus i titolari di prima casa, i familiari (coniuge, figli e parenti in linea retta), gli affini e “altri aventi diritto” (formula generica che ha permesso di superare le diverse posizioni delle forze politiche rispetto alle famiglie non tradizionali).

Il 20% del bonus volumetrico potrà essere aumentato di un ulteriore 5% per le abitazioni e del 10% in caso di edifici non residenziali, per interventi di messa in sicurezza antisismica dell’intero edificio. È previsto inoltre un ulteriore aumento del 10% della volumetria per interventi sugli edifici esistenti nel caso si rimuova il tetto in amianto.

L’abbattimento e la riedificazione per migliorare la qualità architettonica ed energetica e la sicurezza ha un bonus volumetrico del 70% che sale all’80% nel caso di utilizzo di tecniche costruttive di bioedilizia. 

I commenti dalla Regione Veneto

“Fin dall’introduzione di questo strumento normativo – sottolinea l’assessore e vicepresidente della Regione Veneto Marino Zorzato – è sempre stato ribadito nello spirito e nella lettera che non si va minimamente a toccare il patrimonio vincolato puntando invece al miglioramento dell’esistente e, come obiettivo generale, alla riduzione del consumo di suolo, con particolare riferimento alla possibilità di demolizione dei fabbricati esistenti in zone a rischio idraulico e idrogeologico con ricostruzione in zone proprie. Per tutti questi contenziosi, resta il disappunto perché non hanno e non hanno mai avuto ragion d’essere”.

Finora 70 mila domande per il nuovo Piano Casa Veneto

“Infine, non va trascurato il fatto che la sua applicazione in Veneto – conclude Zorzato – ha visto la presentazione di circa 70 mila domande, attivando investimenti pari a circa 3 miliardi di euro e come stimato dalla Associazioni di categoria circa 20.000 posti di lavoro salvati evitando la chiusura di 7.000 piccole imprese. In virtù anche di queste sentenze, speriamo quindi che ora l’applicazione delle norme regionali sia uniforme in tutto il territorio, non essendoci più dubbi che si opera nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni di tutela dell’ambiente e del paesaggio”.

 

Eris Caon

Eris Caon

Ingegnere civile libero professionista, certificatore energetico, esperto in fonti rinnovabili, progettazione strutturale e soluzioni innovative, in particolare nella realizzazione di rinforzi strutturali con materiali compositi.

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