Un’alternativa interessante allo sconto immediato in fattura è l’accredito in conto corrente dell’Ecobonus.
Al posto dello sconto immediato in fattura (che per le piccole imprese diventa impossibile da praticare per eccessiva esposizione) un emendamento prevede che il privato possa ora scegliere un’opzione in più, quella di ricevere un credito di importo pari alla detrazione che gli spetta per gli interventi di riqualificazione energetica fatti. Tale proposta è stata avanzata per risolvere le criticità dello sconto alternativo all’Ecobonus, contenuta in un emendamento dei relatori al disegno di legge per la conversione del Decreto Fiscale.
Accredito alternativo all’Ecobonus: come funziona
Questo credito alternativo alla detrazione Irpef verrebbe erogato dallo Stato, in dieci rate annuali, su un conto corrente dedicato e non contribuirebbe alla formazione del reddito imponibile.
Nella relazione illustrativa dell’emendamento viene spiegato che con la trasformazione della detrazione in una somma disponibile, il beneficiario potrebbe quindi ottenere più facilmente un finanziamento bancario pari all’importo della detrazione. In questo modo avrebbe a disposizione la liquidità per pagare i lavori di riqualificazione dell’immobile.
La misura, si legge nella relazione, ha due vantaggi:
- mira a tutelare gli incapienti, (non hanno reddito o così basso che ricadono nella tax free area, quindi non pagando tasse non potrebbero usufruire dell’Ecobonus che viene erogato come sconto sull’Irpef). Nella maggior parte dei casi gli incapienti non possiedono la liquidità sufficiente per realizzare i lavori
- va incontro alle piccole imprese che non possono praticare lo sconto immediato in fattura (mentre lo possono fare i grossi gruppi e le utility, lasciando fuori le piccole e medie imprese edili che caratterizzano il tessuto imprenditoriale italiano).
Ecobonus e alternative alla detrazione Irpef
Se questo emendamento dovesse passare, alla detrazione fiscale si affiancherebbero tre possibili alternative per ottenere l’Ecobonus:
- la cessione del credito ai fornitori o, solo nel caso degli incapienti, alle banche. La cessione del credito consente al privato di cedere il bonus al fornitore ottenendo in cambio un corrispettivo inferiore alla detrazione fiscale, perché decurtato dei costi dell’operazione, ma in tempi più brevi dei dieci anni necessari per il rimborso della detrazione.
- lo sconto immediato in fattura: il privato interessato a questa alternativa deve comunicare l’opzione all’Agenzia delle Entrate; attraverso il portale dell’Agenzia, il fornitore deve confermare l’opzione e attestare lo sconto (in genere per le PMI è troppo rischioso, possono permettersi tale sconto solo i grossi gruppi). Tra l’altro questo tipo di alternativa è a rischio.
- Accredito sul conto del privato (emendamento non ancora approvato) con questo strumento in fase di discussione, i relatori vorrebbero stimolare la domanda di interventi di riqualificazione energetica senza pesare sulle piccole imprese che fanno fatica ad applicare le altre due alternative.
Per approfondire: Ecobonus e Sismabonus, cessione del credito o sconto in fattura?