Normative

Case antisismiche: normativa italiana in via di approvazione

Di 10 Aprile 2009 Aprile 21st, 2009 2 Comments

Il drammatico terremoto dell’Abruzzo ha scosso tutti, riportando urgentemente l’esigenza di attuare nuove norme per l’edilizia antisismica.
In Italia la legge più recente su questo aspetto è il Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 5 marzo 2008. Questo DM obbliga l’accurata verifica della staticità degli edifici pubblici definiti “strategici” (per es. scuole, ospedali, chiese, musei e ponti) e definisce i principi per progettare, realizzare e collaudare edifici antisismici.  Il decreto detto “milleproroghe” ha fatto slittare l’entrata in vigore di queste norme antisismiche a giugno 2010. Dopo la tragedia del sisma in Abruzzo, il Consiglio dei Ministri sta valutando di accelerare l’applicazione di questa normativa e di creare un meccanismo di incentivazione economica. Ma vediamo cosa prevede la legge del 2008 che è in attesa di entrare in vigore.

Valutazione del rischio per nuove costruzioni

Prima di costruire un qualsiasi progetto nuovo, si deve valutare il rischio sismico della zona in cui si deve edificare. Inoltre bisogna valutare l’effetto della risposta sismica locale sulla base dell’analisi delle caratteristiche topografiche e del sottosuolo, cioè di come reagisce la terra sottostante all’azione di un eventuale terremoto.
La classificazione del rischio sismico va dal grado 4 (zone grigie della mappa dell’Italia sottostante), rischio minimo, a 1 (zone rosse della mappa), il grado più alto. La progettazione antisismica diventa obbligatoria dalla zona 3 alla 1.

Mappa delle zone a rischio (Fonte Protezione Civile)
zone a rischio sismico

Caratteristiche di un edificio antisismico

Un edificio anti-sisma deve essere progettato per resistere strutturalmente a eventi sismici evitando crolli e dissesti. La struttura deve mantenere nel tempo di vita la prestazioni in termini di resistenza, stabilità e funzionalità.

Materiali per edifici antisismici

– Cemento armato
Una costruzione antisismica può essere costruita in calcestruzzo armato normale o precompresso. Il secondo è più resistente, perché è sottoposto a preventivi sforzi di pressurazione e tensione. Il cemento armato si chiama così perché ha un’armatura con barre di acciaio che sono interconnesse tra loro. Queste barre possono essere di acciaio di varie tipologie: al carbonio, inossidabile o con rivestimento speciale. Importante che abbiano un diametro minimo di 5 millimetri.
La legge stabilisce una classe di resistenza del cemento che varia da zona a zona (secondo il rischio sismico), il minimo è classe 8/10, il massimo è 90/105. Stabilisce quindi la quantità di acciaio che deve esserci in proporzione al cemento, la cosiddetta armatura di pilastri e travi. Il materiale di riempimento (malta o conglomerato) dei vani delle armature deve avvolgerle completamente.

– Legno
Non solo cemento armato: anche il legno è ottimo nella costruzione di case antisismiche grazie alle sue caratteristiche di grande flessibilità e resistenza se opportunamente assemblato con giunti meccanici o appositi materiali adesivi.

– Altri materiali
I materiali per la saldatura, chiodi e bulloni devono essere conformi alle norme europee UNI EN ISO e recare la marcatura CE (attenzione a non confonderla con il marchio China Export).

Criteri di costruzione

Affinché un edificio non crolli sotto un terremoto, ci deve essere un perfetto equilibrio nel rapporto fra trave e pilastro.
In fase di costruzione la messa in posa di travi e pilastri deve avvenire contemporaneamente, per evitare la creazione di “giunto” che mina la stabilità dell’edificio.
La legge stabilisce la dimensione minima dei pilastri e anche dei muri portanti.
Quanto alla progettazione, ci sono dei limiti architettonici: la pianta degli edifici deve essere il più possibile regolare e simmetrica, in relazione alla distribuzione di masse e rigidezze, e l’altezza massima dipende dalla classificazione sismica del territorio. Le case che ricadono nella zona 1, quella a massimo rischio sismico, non devono superare due piani di altezza.

Verifiche

In fase di progettazione la resistenza a tutta una serie di sollecitazioni si ricava applicando le norme di calcolo illustrate in dettaglio nella legge: un edificio antisismico deve poter resistere a torsioni, deformazioni, tagli, flessioni, vibrazioni, tensioni, fessurazioni, corrosioni. Bisogna anche verificare l’aderenza delle barre d’acciaio con il calcestruzzo e nel caso di costruzioni in legno, la resistenza a trazioni, flessioni e compressioni alla fibratura del legno stesso. Il collaudo statico, invece, deve essere fatto in corso d’opera.

Costruzioni esistenti

La verifica degli edifici pubblici successivi al 1984 e progettati secondo criteri antisismici non è obbligatoria.
Al momento non sono previsti incentivi fiscali per rendere le case più sicure. Ma dopo il grave terremoto in Abruzzo, il Governo sta discutendo la possibilità di adeguare il nuovo piano casa anche a misure per il miglioramento sismico degli edifici esistenti.

In prossimi post vi aggiorneremo sulla legislazione in discussione in questi giorni e approfondiremo tecnicamente gli interventi di miglioramento della resistenza antisismica degli edifici esistenti.

Elena Liziero

Elena Liziero

Mamma geek, blogger e giornalista, mi piace tutto ciò che riguarda la comunicazione, le eco-innovazioni e la creatività.

2 Comments

  • Carmelo ventura costa ha detto:

    Abito in una palazzina che presenta evidentissimi segni di dissesto.Mancanza di ferro,errori di costruzione di progettazione materiali scadenti ecc sono i risultati di una perizia. Le prove di carotaggio su 6 pilastri hanno dato risultati che danno come resistenza alla compressione delle carote tra i 160 e i 180 khcm2.E’ uno stabile sicuro quello in cui vivo? Grazie

  • geom.Alloro ha detto:

    certo non è il massimo,immagino che il valore di resistenza è inferiore ai 250Kgcmq,sia rigerito ai pilastri di piano o piani itermedi!se sono del p.terreno la loro resistenza caratteristica è bassa;e pur vero che in condizioni normali,essi svolgono il loro compito strtturale sufficiente,certo che in caso disollecitazioni aggiuntive come un sisma.potrebbero subbire dei cedimeti ai nodi di collegamento trave pilastro;come del resto tutte le strutture che vengono investite dall’onda sismica.
    per darle delle notizie certe o della rassicurazioni mi potrebbe inviare delle piante e delle sezioni,questo servirebbe a vedere se intanto l’edificio è regolare in panta e se le aperture di porte e finestre rispettino i riquesiti minimi,che già esistevano sin dal 1975!
    poi sarebbero utili oltre che i carotaggi,come ben fatto dei rilievi dei setti fessurati se ci sono,come sono realizzati i solai..il tetto..e soprattutto il terreno di sedime della fondazione che immagino sia a plinti otravi di collegamento.!
    oggi è vero che la maggior parte delle nostre costruzioni non rispettano i requisiti antisismici,però se si è operato con coscienza,rispettando le norme tecniche per le costruzioni in vigore l’edificio si danneggerà,ma se si è progettato con lo stato limite di danno,gli abitanti si potrebbero salvare e l’dificio recuperare senza essere demolito.volevo chiederle in che zona sismica si trova il suo paese o città?potrei essere più preciso.

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