Biomassa

Tipologie di biomasse legnose

Di 5 Luglio 2014 Luglio 8th, 2014 No Comments

In questo articolo vengono descritti i principali tipi di biomasse legnose, disponibili in varie pezzature e forme (tronchi, truciolame, segatura, bricchetti, cippato e trucioli presati detti pellet).

Biomassa-2Esistono anche altre forme di biomasse, oltre a quelle legnose, ad esempio i combustibili derivanti dal settore agro-alimentare come il mais oppure gli scarti di origine vegetale e animale (gusci di frutta, oli vegetali, ecc.. )
La bioenergia può soddisfare in modo sostenibile la futura domanda di energia, dato che rappresenta, già oggi, la fonte di energia rinnovabile più importante a livello mondiale e si sta espandendo sia nei confronti della produzione di elettricità e calore, sia sotto forma di biocarburanti nel settore dei trasporti.

Ora però ci concentriamo sulle biomasse solide che rappresentano oltre il 70% della produzione di bioenergia nei Paese dell’Unione Europera, e di questa quota parte, più dell’80% viene impiegata nel riscaldamento domestico.
Il cippato, insieme al pellet, è tra le forme più comunemente utilizzate nelle applicazioni di piccola taglia tipiche del riscaldamento domestico.
Il cippato viene prodotto mediante un apposito trattamento meccanico di spezzettamento del legno.
I pellets vengono ottenuti da sottoprodotti del legno (trucioli o segatura) che vengono fatti seccare (quindi contengono un ridotto di umidità) e pressati, ottenendo un prodotto di maggiore densità del legno combustibile. Il processo di compressione deve essere esclusivamente meccanico senza uso di collanti. Esistono delle norme che regolano le caratteristiche dei pellet che devono essere rispettate per l’impiego come prodotto da combustione: ad esempio la norma DIN Plus o la O-Norm 7135.
Sia nel caso del pellet sia nel caso del cippato, esistono dei sistemi automatizzati che gestiscono la produzione, lo stoccaggio e il trasporto alla combustione.

Un parametro importante nei combustibili è il Potere calorifero inferiore (PCI), ovvero l’energia termica specifica (per unità di peso o di volume) che il prodotto è in grado di generare nel processo di combustione. Il PCI delle sostanze legnose è fortemente influenzato dal contenuto d’acqua. Maggiore è la quantità d’acqua contenuta nel legno e minore sarà il suo PCI, dal momento che per far evaporare l’acqua nel processo di combustione deve essere consumato calore. Il potere calorifero inferiore del legno che si è asciugato per vari anni è circa il doppio di quello appena tagliato.

La seguente tabella riporta il peso specifico e il PCI di varie specie legnose con indicazione approssimativa del contenuto d’acqua pari al 20% (fonte Viessmann):

Tipo di legno Peso specifico Potere calorifero inferiore
Kg/mc kWh/kg
Conifere Abete 420-430 4,0 – 4,2
Pino 510 4,1
Larice 545 4,0
Latifoglie Betulla 580 4,1
Olmo 620 3,9
Faggio e Frassino 650 3,8
Quercia 630 4,0
Carpino 720 3,7

 

Nella prossima tabella ho comparato in via approssimativa i costi di esercizio dei combustibili legnosi rispetto a quelli tradizionali

Combustibile Costo unitario Potere calorifero inferiore (PCI) Rendimento Costo per 1 kWh Confronto
Metano 0,89 €/mc 9,50 kWh/mc 88 % € 0,106 100 %
Metano (caldaia a condensazione) 0,89 €/mc 9,50 kWh/mc 103 % € 0,910 86 %
Gasolio 1,28 €/l 10,00 kWh/l 88 % € 0,145 136 %
GPL 1,10 €/l 7,20 kWh/l 88 % € 0,173 163 %
Legna da ardere 0,16 €/kg 4,00 kWh/kg 75 % € 0,053 50 %
Cippato 0,16 €/kg 3,00 kWh/kg 80 % € 0,066 62 %
Pellet 0,30 €/kg 4,80 kWh/kg 88 % € 0,071 67 %

 

Eris Caon

Eris Caon

Ingegnere civile libero professionista, certificatore energetico, esperto in fonti rinnovabili, progettazione strutturale e soluzioni innovative, in particolare nella realizzazione di rinforzi strutturali con materiali compositi.

Lascia un Commento