Alla Western Washington University, in collaborazione con i colleghi ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution, è stata individuata una nuova materia prima per la produzione di biocarburanti su larga scala.
Si tratta un’alga usata tradizionalmente nel settore dell’acquacoltura negli allevamenti di pesci e molluschi, che possiede delle enormi potenzialità per la produzione di biocarburanti.
In particolare dal processo di sintesi delala specie algale Isochrysis, si può ricavare biodisiel e biocarburante per aerei (biocherosene).
O’Neil, autore principale dello studio, ha specificato che il prodotto finale non possiede ancora costi competitivi in questa fase. Ad oggi non è quindi abbastanza competitivo per pensare alla produzione industriale, però è da sottolineare che produrre due biocarburanti da una singola alga rappresenta una novità assoluta che merita ulteriori approfondimenti.
Lo studio si è concentrato sull’alga Isochrysis perchè ampiamente impiegata su larga scala dall’industria di mangimi per pesci e perchè è tra quelle poche specie algali in grado di produrre particolari grassi chiamati alkenoni. Questi composti sono formati da lunghe catene di 37-39 atomi di carbonio e sono dotati di una capacità unica di modificare la loro struttura in risposta alla temperatura dell’acqua. Per ottenere il doppio prodotto gli scienziati hanno separato dalla biomassa algale gli esteri metilici di un acido grasso dagli alkenoni. I primi sono destinati alla sintesi del biodiesel, i secondi, previa rottura delle lunghe catene in pezzi più piccoli, a quella del biocherosene. La rottura delle catene di atomi avviene con una reazione nota come metatesi olefinica.
Il biocarburante ricavato dalle alghe rappresenta una nuova frontiera nella produzione di energia per il futuro, perchè prospetta una maggiore efficacia e continuità di utilizzo rispetto a quella di altre fonti di energia rinnovabile (possiamo ad esempio immagazzinare energia eolica solo quando c’è vento o energia solare solo quando c’è il sole).
Questo metodo non contrasta con le colture alimentari e riduce l’impatto ambientale. Inoltre le alghe sono più efficieni rispetto alle altre materie prime, quali ad esempio il mais e la soia.