L’Italia è al settimo posto nel mondo per l’energia eolica, anche se nel 2013 c’è stato un brusco arresto degli investimenti nelle rinnovabili che ha portato anche ad un rallentamento dello sviluppo su questo settore verde.
In Italia l’eolico muove ogni anno circa 3,5 miliardi di euro fra investimenti diretti e indiretti; ha oltre 37.000 addetti ma, con un’adeguata crescita, potrebbe arrivare a oltre 67.000 addetti nel 2020.
Questi i dati forniti dal Presidente dell’ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento) Simone Togni il quale aggiunge: “Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile innalzare il target del 27% di rinnovabili in più al 2030 proposto dalla Commissione Europea e renderlo vincolante per i singoli Stati membri”.
Secondo i dati del rapporto Ren 21, l’Italia nel 2013 contava una potenza installata di 8,6 GW nell’eolico, confermando la settima posizione mondiale del 2012 dopo Cina, Usa, Germania, Spagna India e Regno Unito. Le nuove installazioni sono state di soli 0,4 GW, meno di un terzo degli 1,3 GW aggiunti nel 2012. Purtroppo ha inciso negativamente il drastico taglio degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, scesi l’anno scorso del 75% a 3,6 miliardi di dollari dopo il dimezzamento subito nel 2012.
E in vista della Giornata Mondiale del Vento del 15 giugno, ieri presso l’Auditorium del GSE a Roma si è svolto il convegno “Eolico: come raggiungere gli obiettivi europei al 2030 tra falsi miti e fatti concreti”.
In sostanza nel convegno è emerso il fatto che il settore industriale eolico ha raggiunto la sua maturità, sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista economico. In un contesto internazionale sempre più caratterizzato dall’incertezza degli approvvigionamenti di combustibili fossili e dalla necessità di porre rimedio ai cambiamenti climatici in corso, la politica economica deve prendere atto dell’importanza strategica dell’energia eolica, che ha contribuito e deve continuare a creare sviluppo e occupazione, ad apportare benefici ambientali e a rendere più indipendente il nostro Paese dal punto di vista energetico.
