Attualità

Pellicce per bambini tossiche: allarme della LAV

Di 16 Dicembre 2014 No Comments

La Lega antivivisezione ha monitorato la presenza di alcune sostanze tossiche – come cromo esavalente, formaldeide e nonilfenolo etossilato – in quantità superiori ai limiti di legge nelle pellicce che decorano alcuni giacconi invernali per i bambini.

pellicce bambini tossicheA soprendere è che i capi sotto accusa non sono low cost, ma sono giacche delle più prestigiose griffe italiane, che, costando di più, dovrebbero in teoria essere garanzia di qualità.

La Lav commissionato l’analisi di laboratorio denominata ‘Toxic Fur 2’ analizzando la bordatura di pelliccia di alcune giacche di note firme italiane del settore lusso, rilevando “sostanze tossiche pericolose” e “possibili agenti cancerogeni” nella pelliccia di alcuni capi d’abbigliamento per bambini anche inferiori a 36 mesi.

Già lo scorso maggio la Lega anti-vivisezione aveva denunciato la presenza di sostanze pericolose nella bordatura di pelliccia di alcuni capi di note griffe del bambino e del lusso, come il Gufo, Miss Blumarine, Fix Design, Gucci e Brums. E il ministero della Salute, sensibilizzato da tale indagine, aveva ritirato dal mercato il 50% dei prodotti segnalati.

Le componenti di pelliccia animale – spiega la Lav – presenti come bordature di questi articoli, sono state sottoposte a test eco-tossicologici, con lo scopo di rilevare l’eventuale presenza residua di sostanze chimiche impiegate nelle fasi di concia e finissaggio delle pellicce.”

I giubbotti finiti nel mirino di questa seconda indagine sono di tre marchi noti e in tutti e tre questi capi sono state rilevate quantità di sostanze tossiche superiori ai limiti stabiliti dai regolamenti europei:

D&G, cappotto per bambina età 36 mesi con inserto in pelliccia di coniglio, è risultato contaminato dal famigerato Cromo VI (esavalente), oltre che un quantitativo elevato di Cromo III (trivalente) che può causare irritazioni;

Blumarine Baby, giacca per bambina età 36 mesi con inserto in pelliccia di coniglio, presenta elevati valori di Cromo III (trivalente) cedibile da sudore e Formaldeide;

Woolrich, parka per bambino di età 24 mesi con inserto in pelliccia di cane procione, oltre ad elevati valori di Cromo III (trivalente) cedibile da sudore e Formaldeide, risulta contaminata anche da elevati valori di Nonilfenolo Etossilato.

Sono state rilevate anche altre sostanze chimiche, come alcuni Idrocarburi Policiclici Aromatici. In questo link al sito della LAV potete vedere le foto dei tre prodotti analizzati.

I capi d’abbigliamento sotto accusa sono stati acquistati tra ottobre e novembre di quest’anno presso negozi e e-commerce.

Secondo quanto emerge dai risultati di laboratorio della LAV, i tre capi di abbigliamento analizzati dovrebbero essere tolti dal mercato italiano per il mancato rispetto del “Codice del Consumo” (Decreto Legislativo 206/05 – art. 103: definizione di prodotto sicuro), legato alla presenza di residui di sostanze potenzialmente pericolose.

La Lav sollecita pertanto il ministero della Salute:

– “a effettuare una valutazione della pericolosità per la salute dei consumatori (in questo caso bambini di età inferiore ai 36 mesi) in relazione all’uso dei prodotti testati

– predisporre un divieto temporaneo cautelativo di esposizione nella rete di vendita dei prodotti in questione e promuovere specifici accertamenti su altri eventualmente ancora in vendita, ai sensi del Codice del Consumo (Decreto Legislativo 206/2005)

vietare l’uso di pelliccia animale almeno nei prodotti, di abbigliamento e non, destinati ai minori, o comunque ai bambini“.

L’ultimo punto, quello di togliere dal mercato tutte le pellicce nei prodotti per bambini, sarà probabilmente di difficile applicazione, ma questa indagine fa aprire gli occhi a noi ignari consumatori su un aspetto poco noto delle pellicce, ovvero la loro potenziale tossicità.

“Ancora una volta la LAV ha dimostrato che le pellicce animali sono sofferenza sia per gli animali sia per l’ambiente e che possono essere dannose anche per chi le indossa – afferma Simone Pavesi, responsabile Lav Campagna Pellicce – La lavorazione delle pellicce prevede infatti l’impiego di sostanze chimiche classificate come tossiche e cancerogene e che, inevitabilmente, in alcuni casi possono essere presenti in forma residua anche nel prodotto finito immesso sul mercato e indossato da adulti e bambini, con diversi gradi di rischio per la salute. I consumatori possono limitare l’esposizione a queste sostanze pericolose evitando di indossare e acquistare per sé e i propri figli, prodotti contenenti anche piccole parti in pelliccia animale”.

La replica

Per completezza d’informazione la Spazio Sei, azienda che commercializza Blumarine Baby, in merito all’inserimento di un suo capo nell’indagine di laboratorio commissionata da Lav che avrebbe individuato sostanze nocive nel collo di pelliccia di un capo per bambini, ricorda che già in passato, nella precedente ‘Toxic Fur 1’, quando era stato coinvolto il brand Miss Blumarine, aveva avuto modo di dimostrare la propria estraneità producendo le certificazioni del caso.

Elena Liziero

Elena Liziero

Mamma geek, blogger e giornalista, mi piace tutto ciò che riguarda la comunicazione, le eco-innovazioni e la creatività.

Lascia un Commento