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Dissesto idrogeologico: al via 570 cantieri per combatterlo

Di 4 Agosto 2014 No Comments

Dopo il dramma dell’esondazione del fiume che ha causato l’altra sera 4 vittime nel Trevigiano il Governo annuncia provvedimenti immediati con l’avvio di 570 cantieri stanziando 650 milioni di euro. “Basta inseguire e fare i ‘notai’ delle emergenze – è scritto sul sito di Palazzo Chigi – adesso investiamo in opere di difesa, prevenzione e sicurezza. Al via anche i 570 cantieri anti dissesto”.dissesto.idrogeologico

“Quanto accaduto nel trevigiano – si legge sul sito ufficiale del Governo – è solo l’ultimo dei numerosi campanelli d’allarme che in questo inizio estate ha visto vittime e danni causati da un clima sempre più caratterizzato da fenomeni meteorologici un tempo definiti estremi e purtroppo ormai ordinari. Piangiamo altre vittime che allungano la lista dei lutti ma questo Governo, a differenza di quanto è sempre avvenuto in passato, ha scelto di chiudere la stagione che ha visto l’Italia inseguire le emergenze e iniziamo ad investire in difesa e mitigazione dei rischi, in prevenzione e sicurezza. Per questo, già nello sblocca Italia, sblocchiamo cantieri anti-dissesto investendo i primi 650 milioni non spesi da anni. Per questo è al lavoro la Struttura di missione del Governo – è scritto ancora sul sito di Palazzo Chigi – che coordina questo settore ed abbiamo già effettuato incontri con tutte le Regioni, a partire dal Veneto, per individuare le opere più urgenti da realizzare, i troppi finanziamenti dello stato mai trasformati in cantieri, anche per il patto di stabilità, e il percorso più rapido per superare i paradossali vincoli burocratici che rallentano o bloccano opere anti emergenza”.

I numeri in Italia del dissesto idrogeologico sono drammatici: in 50 anni si sono verificate 500 inondazioni e oltre 1.700 vittime.
In dettagli sono state 1.760 le vittime (762 morti, 67 dispersi, 931 feriti) fra il 1960 e il 2012, con tutte le regioni d’Italia colpite: 541 inondazioni in 451 località di 388 Comuni. Questi dati stati raccolti nel Catalogo storico degli eventi geo-idrologici realizzato dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) e dal Dipartimento della protezione civile. Sul rapporto si leggono anche 812 frane in 747 località di 536 Comuni con 5.368 vittime (3.413 morti compresi i 1.917 dell’evento del Vajont del 1963, 14 dispersi, 1.941 feriti).

Il dissesto idrogeologico putroppo riguarda gran parte del territorio italiano. Una percentuale altissima, ovvero l’82% dei Comuni e’ esposto a rischio idrogeologico e oltre 5 milioni e 700mila italiani vivono in zone potenzialmente ad alto rischio.

L’ultimo rapporto Ance Cresme che ha numeri impietosi: in cento anni ci sono state 12.600 vittime tra morti, dispersi o feriti e più di 700mila sfollati per colpa di un’urbanizzazione rapida e senza regole. Case e capannoni sono stati costruiti troppo vicino a fiumi o in aree ad alto rischio di dissesto idrogeologico. Ma la disattenzione verso il dissesto, secondo il rapporto Ance, non risparmia nemmeno scuole e ospedali, molti dei quali si trovano in situazioni di alto grado di rischio. Una scuola su 10, ovvero 6.400 edifici su 64.800 totali, sorge in un’area a rischio frana o alluvione. Inoltre  gli ospedali italiani in zone ad alto rischio idrogeologico sono 550. Anche le zone produttive non sono messe bene: sono 46.000 le industrie edificate in aree pericolose e se si aggiungono anche uffici, negozi e altre attività si sale a 460.000 edifici commerciali a rischio.

Il dissesto idrogeologico, oltre a provocare migliaia di vittime e feriti, ha anche un enorme costo per la collettività. Il costo complessivo dei danni provocati da terremoti, frane e alluvioni, dal 1944 a oggi è di 242,5 miliardi di euro, circa 3,5 miliardi all’anno mentre ne sarebbe servita solo la meta’ per la prevenzione, sottolinea il rapporto.

L’emergenza della nostra nazione è molto grave se paragonata ad altri stati, un recente report ha evidenziato che il 70% delle frane europee si trova in Italia.

Secondo un’indagine sulla percezione dei rischi di eventi calamitosi commissionata dall’Irpi-Cnr alla Doxa tra gennaio e febbraio 2013 su un campione di 3.126 persone, per il 41% degli italiani le frane e le alluvioni sono una minaccia. E in Veneto a temere per la propria vita causa calamità naturali è stato il 46%. A provocare frane e alluvioni, secondo questa indagine, sono in primo luogo la cattiva gestione del territorio per il 28% del campione intervistato, al secondo posto l’abusivismo edilizio (25%), al terzo posto l’abbandono del territorio e i cambiamenti climatici (16%), solo per una piccola percentuale di italiani sono le caratteristiche geomorfologiche del territorio (9%). Gli italiani hanno capito che più che la natura, è l’intervento dell’uomo ad aver causato tanti dei disastri storici e attuali.

Oggi il Governo con l’annuncio dell’apertura di 570 cantieri su zone a rischio, ci  auguriamo inizi concretamente l’attività di prevenzione che aiuti a frenare il problema italiano sempre più drammatico del dissesto idrogeologico.

Elena Liziero

Elena Liziero

Mamma geek, blogger e giornalista, mi piace tutto ciò che riguarda la comunicazione, le eco-innovazioni e la creatività.

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