Sui cambiamenti climatici non ci sono solo previsioni allarmanti, come quelle di Greenpeace su possibili devastanti allagamenti futuri, fortunatamente c’è anche qualche dato molto positivo: “in Europa le emissioni climalteranti totali sono in diminuzione mentre cresce il settore delle rinnovabili portando con sé occupazione: dal 2008 al 2011 nel settore delle rinnovabili si è registrato un +30% di occupazione e la prospettiva è quella di avere, al 2030, 4 milioni 400mila nuovi posti di lavoro”.
La notizia è stata comunicata da Jason Anderson, head of Europe climate and energy policy, del Wwf European Policy office.
Ed è proprio il settore dell’efficienza energetica “la gallina dalle uova d’oro – commenta – con 1 milione di euro di investimento nel settore si creano 90 posti di lavoro, mentre con la stessa cifra investita nel nucleare se ne creano solo 5”.
Sul settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica quindi le possibilità occupazionali e di crescita sono enormi in tutta Europa, compresa l’Italia. Nonostante questi scenari positivi in un periodi di crisi, in Europa “un terzo delle emissioni climalteranti, ma anche un terzo dell’energia, è imputabile a 30 centrali a carbone in attività. Chiuderle, significherebbe quindi già tagliare le emissioni di un terzo, ma al momento non ci sono politiche che vanno in questo senso”.
Lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica deve quindi essere promosso da politiche adeguate, ma
tante sono le difficoltà da affrontare in quanto ci sono tanti interessi che remano contro:
– la crisi economica
– lo shale gas che, ampiamente disponibile negli Usa, rallenta lo sviluppo delle rinnovabili
– l’aumento della richiesta globale di energia con conseguente aumento dei prezzi
– l’accelerazione dell’uscita dal nucleare di alcuni Paesi dopo Fukushima, che si è accompagnata a una corsa ai combustibili fossili
– la questione della sicurezza energetica europea e la crisi ucraina.
Ma in una recente riunione in Italia i ministri per l’Energia e l’Ambiente europei hanno discusso proprio dell’obiettivo di tagliare del 30% il consumo dell’energia per tutelare l’ambiente e rendere più energeticamente indipendente l’UE. Quindi le politiche dell’UE sembrano andare verso la promozione delle energie rinnovabili e del risparmio energetico.